Biferno

La zona vinicola

L'area vinicola del Biferno comprende larga parte della provincia di Campobasso, sulla zona collinare, dal litorale costiero fino alla parte più interna e fredda del Molise, ad esclusione della zona appenninica a forte tendenza montuosa.

La natura del territorio è di tipo argilloso, con forte prevalenza di rocce calcaree e, nelle piane alluvionali, da sabbie.

È inoltre forte la presenza di sedimenti marini fossili, soprattutto nelle zone alluvionali, presenza dovuta all'emersione della terra dalle profondità marine durante la formazione della regione nel periodo Mesozoico tra i 130 e i 30 milioni di anni fa.

Quest'epoca fu caratterizzata dalla chiusura dello Stretto di Gibilterra, che rese il Mar Mediterraneo un grande lago salato, paludoso e salmastro, poco profondo.

Il nome Biferno è quello di uno dei simboli della regione, il fiume Biferno, il più importante che scorre interamente nella regione, già conosciuto in epoca romana e descritto da Plinio e Mela.

Lungo i sui 85 chilometri di lunghezza attraversa una valle rocciosa ricca di calanchi e falesie prima di sfociare nel mar Adriatico, ed è caratterizzato da una portata molto importante in inverno, che spesso dava in passato problemi di inondazioni e straripamenti, mentre in estate soffre del problema inverso, trasformandosi in un rigagnolo.

Questi problemi sono stati oggi risolti con la costruzione del bacino artificiale conosciuto come il Lago di Gualdalfiera, costruito tra gli anno sessanta e settanta, che consente di alimentare anche l'acquedotto campano.

Il clima è di tipo semi continentale in inverno, con temperature che spesso precipitano sotto lo zero e abbondanti nevicate, e più temperato sulla costa.

La terra del Biferno

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I vitigni rossi

Il Tricardi Biferno Il vitigno principale per la produzione del Biferno è il Montepulciano, a cui si affianca l'Aglianico e altri vitigni scuri.

Il Montepulciano è un vitigno a bacca nera dall'origine ancora incerta, coltivato in larga parte nell'Italia centrale e anche a sud dove però è utilizzato prevalentemente nei tagli.

Di forma e acino medio, la buccia, spessa e compatta, è ricoperta da abbondante pruina, sostanza cerosa di origine naturale che frutti e foglie producono per la protezione dai raggi ultravioletti e la prevenzione della disidratazione. Uva e susine, con le piante grasse, sono le specie che ne fanno più uso.

L'Aglianico è probabilmente originario della Grecia, introdotto verso il V secolo a.C. nella fase di colonizzazione che contraddistinse l'Italia meridionale prima dell'affermazione del dominio di Roma. Ha una produttività abbondante, predilige i terreni di origine vulcanica ma si adatta a tutti i tipi di suolo senza particolari problemi ed esigenze, anche se è particolarmente sensibile al freddo.

Per questa ultima caratteristica è stato recentemente piantato anche in Australia dove il clima è particolarmente soleggiato e caldo.


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Il Biferno DOC rosso

L'area di produzione del BifernoLa denominazione di origine controllata Biferno è stata istituita per decreto il 26 aprile 1983, decreto poi interamente sostituito dal nuovo disciplinare del 7 agosto 2006, per cui si può parlare di un DOC completamente nuovo, anche se basato su una legislazione già esistente.

Il disciplinare autorizza la produzione di vini bianchi, rossi e rosati nei comuni di Acquaviva Collecroce, Campobasso, Campodipietra, Campomarino, Castelbottaccio, Castellino del Biferno, Collotorto, Ferrazzano, Gambatesa, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Limonano, Lucito, Lupara, Macchia Val Fortore, Mirabello Sannitico, Mafalda, Montagano, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montelongo, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montorio dei Frentani, Palata, Petacciato, Petrella Tifernina, Pietracatella, Portocannone, Rotello, Santa Croce di Magliano, San Felice del Molise, San Giacomo degli Chiavoni, San Giovanni in Caldo, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Tavenna, Termoli, Toro, Tufara e Ururi, tutti in provincia di Campobasso.

Il vitigni autorizzati per la produzione di questo vino sono il Montepulciano, che deve essere presente nella misura che va da un minimo del 70% a un massimo del 80% nell'assemblaggio, l'Aglianico, da un minimo del 10% a un massimo del 20% e altri vitigni a bacca scura non aromatici autorizzati nella provincia di Campobasso per un massimo del 20%.

È possibile iscrivere all'albo unicamente i vigneti collinari i cui terreni siano di orientamento adatto e di altitudine non superiore ai 500 metri sul livello del mare.

Le rese massime delle uve sono fissate a 14 tonnellate per ettaro per i rossi e 12,5 esclusivamente per il Rosso Riserva Superiore.

Le tipologie disciplinate sono il Rosso, il Rosso Riserva e il Rosso Riserva Superiore.

Il titolo alcolometrico volumico naturale minimo per i rossi è del 11,50% vol.; per la tipologia «Biferno» rosso riserva del 13,00% vol., e per la tipologia «Biferno» rosso superiore del 12,50% vol.

Il Biferno Rosso è di colore rubino con riflessi granati se invecchiato. L'odore è gradevole, caratteristico, con profumo etereo se invecchiato. In bocca risulta asciutto, armonico, vellutato e giustamente tannico anche nelle versione Riserva e Riserva Superiore, con quest'ultimo molto robusto e strutturato.

Il Biferno Rosso Riserva deve subire un periodo d'invecchiamento di almeno 3 anni a far data dal 1° novembre dell'anno di raccolta delle uve.

Il Rosso generico si abbina con arrosti di carne rossa, formaggi duri ed erborinati, risotti alle allodole e Sartù napoletano. Il Riserva si accosta anche con la pasta al forno mentre il Superiore incontra tra gli altri la pasta e fagioli e il riso al gorgonzola.


Le aziende

Le Masserie Flocco producono il Sangue di Buoi da terreni argillosi e di medio impasto dal 80% di Montepulciano e il 20% di Aglianico. Il colore è rubino brillante con riflessi granati nell'invecchiamento. Al naso sono forti i profumi di cuoio e resina, con un palato asciutto e morbido; la raccolta delle uve è manuale con macerazione a freddo prima e dopo la fermentazione.

Viene affinato per il 50% in acciaio e il restante 50% in botti di rovere francese prima di essere servito a tavola.

Borgo di Colledoro produce a Capomarino, su terreni franco argillosi ad altitudini di 100 metri sul livello del mare, il Gironia Biferno DOC affinato per 24 mesi in botti. Il colore è rubino tendente al granata, con gamma olfattiva di marmellata di ciliegie e prugne su note di tabacco. Al palato è intenso e tannico, da servire con zuppe di legumi, caponata, coniglio alla cacciatora e maiale ai peperoni.




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