Vino Gutturnio
Il vino Gutturnio dei Colli Piacentini DOC viene prodotto utilizzando uve Barbera e Croatina, in percentuali che, secondo la normativa, variano dal 55 al 70% per le prime e dal 30 al 45% per le seconde. Le due tipologie di uve vengono vinificate separatamente, a causa dei differenti tempi di maturazione. Il suo territorio di produzione è l'intera provincia di Piacenza. La versione più conosciuta di questo vino è quella Frizzante, da bersi nel corso dell'annata. Esistono tuttavia anche il Gutturnio fermo e quello Riserva, che viene messo in vendita dopo due anni di affinamento. Il colore è rosso rubino brillante, odore vinoso e gradazione che varia dai 12 a 12,5 gradi. Si abbina bene ai piatti tipici piacentini: antipasti di salumi e formaggi, pisarei e, nelle versioni ferme, ad arrosti e carni alla griglia.
Il vino Gutturnio era già conosciuto in epoca romana, venne infatti prodotto per la prima volta dal suocero di Giulio Cesare, Lucio Calpurnio Pisone. Veniva bevuto in grosse coppe da due litri chiamate proprio gutturnium, dalle quali deriva il nome del vino. I commensali se le passavano di mano in mano e bevevano, partendo dal padrone di casa. A testimonianza di ciò, nel 1878 venne trovata a Velleia, località del comune di Lugagnano Val D'Arda, una coppa gutturnium in argento. Curiosamente, anche oggigiorno nel piacentino vi è l'usanza di bere il vino in scodelle. In epoca moderna, un vino con questa denominazione fu prodotto dall'azienda Manara nel 1939. Già nel 1941 era tra i vini italiani di pregio, mentre con la nascita della normativa DOC il Gutturnio ottenne il marchio nel 1967.
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Il vino Gutturnio nasce dalla combinazione di uve Barbera e Croatina. Il vitigno di tipo Barbera ha origini piemontesi, come dimostrerebbero dei documenti del XVII secolo conservati nel municipio di Nizza Monferrato. La selezione delle uve Barbera dovrebbe essere avvenuta verso la fine del '400, quando venivano denominate "grisa" o "grisola". Per quanto riguarda invece il vitigno Croatina, esso è noto e coltivato fin dal medioevo nel territorio della Bassa Padana pavese e piacentina. Le origini per l'esattezza dovrebbero essere pavesi, nel territorio del comune di Rovescala. Si parlò con precisione di questo vitigno in diverse pubblicazioni nella seconda metà dell'800. In queste zone la Croatina è denominata anche Bonarda, portando i profani a confonderla con l'omonimo vitigno piemontese.
Nella cucina piacentina si ritrovano diverse influenze regionali, con piatti lombardi e piemontesi che si aggiungono alla base emiliana. La cucina dei contadini, dominata dalla polenta e dai salumi, si è arricchita con i piatti delle grandi tavolate aristocratiche. Particolarmente apprezzati gli antipasti con coppa, pancetta e salame accompagnati dagli gnocchi fritti e un calice di vino Gutturnio Frizzante. Tra i primi i "pisarei" (gnocchetti) coi fagioli, gli "anolini" (sorta di ravioli) in brodo e tortelli. Tra i secondi troviamo la "picula" (carne di cavallo tagliata a pezzettini da accompagnare alla polenta), lo stracotto d'asina e la "faldia" (cotoletta sottile di cavallo). Lo stracotto alla piacentina è preparato invece con carne di manzo, cotta nel sugo di pomodoro e vino. A questi piatti si possono abbinare il vino Gutturnio Classico o Riserva.
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