Oltrepò Pavese Metodo Classico

La zona vinicola

La produzione dell'Oltrepò Pavese Metodo Classico include una vasta zona della provincia di Pavia, una fascia vitivinicola collinare di confine tra la Lombardia e la Liguria che già nell’antichità vedeva gli scontri tra gli Insubri e i Romani per la conquista di queste terre. L'area può essere suddivisa in tre parti distinte. Quella “bassa” al di sotto dei 200 metri slm., quella “media” tra i 200 e i 300 metri slm., e quella “alta” al di sopra dei 350 metri slm. Troviamo anche quattro fiumi affluenti del Po che svolgono un’azione benefica sul clima freddo invernale.

È un territorio d’eccellenza per la produzione di spumante metodo classico.

I colori del vino

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I vitigni

Uno scorcio dell'Oltrepo Pavese I vitigni base per questo vino spumante sono il Pinot Nero, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Chardonnay.

Il Pinot Grigio è il sinonimo italiano dal francese Pinot Gris, molto apprezzato nel Collio, che apporta una notevole acidità ai vini, facendosi preferire in alcune zone per il taglio dei vini spumante, sopratutto in Lombardia dove si tende a vendemmiarla prima che perda acidità a causa della maturazione.

Il Pinot Nero è la grande uva nobile rossa della Borgogna, che nei climi freddi viene utilizzata anche per la spumantizzazione di grandi vini bianchi come gli Champagne in Francia o i Franciacorta nel bresciano. È un vitigno non facile da coltivare, ma possiede un suo fascino del tutto particolare con tannini e pigmenti inferiori agli altri grandi rossi, ma con intensi sentori di lampone, fragola, ciliegia e violetta che si evolvono verso toni speziati e autunnali nell'invecchiamento. Si esalta nei sapori su terreni calcarei e climi freddi, dove non matura rapidamente, cosa che causerebbe una perdita di acidità e aromi.


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L'Oltrepo Pavese Metodo Classico DOCG

La denominazione di origine controllata e garantita, già precedentemente DOC autorizzata dal 1970, è stata approvata dal decreto del 27 luglio 2007 per autorizzare la produzione di vini Spumante bianchi e rosati, elaborati con il Metodo Classico della fermentazione in bottiglia, nei territori in provincia di Pavia.

La base ampelografica si costituisce del Pinot Nero per un minimo del 70%; lo Chardonnay, il Pinot Grigio e Pinot Bianco congiuntamente o disgiuntamente fino ad un massimo del 30% dell'assemblaggio per quel che riguarda l' Oltrepò Pavese Metodo Classico e l'Oltrepò Pavese Metodo Classico Rosé. È autorizzata anche la tipologia Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero e Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Rosé con il Pinot Nero che deve essere minimo l'85% dell'assemblaggio a cui partecipano lo Chardonnay, il Pinot Grigio e il Pinot Bianco congiuntamente o disgiuntamente fino ad un massimo del 15%.

I vigneti devono essere posti su terreni di natura calcarea o calcareo-argillosa e su pendici collinari ben soleggiate escludendo comunque i fondo valle e i terreni di pianura.

La produzione massima delle uve deve essere di 10 tonnellate per ettaro, e del 60% nel raporto tra uva e vino, che sale al 65% per il Pinot Nero; devono garantire una gradazione alcolica naturale di almeno 9,5% vol.

È consentito l'arricchimento nei limiti stabiliti dalle norme comunitarie e nazionali e per la spumantizzazione deve essere utilizzata esclusivamente il metodo classico.

L'Oltrepò Pavese Metodo Classico deve subire un periodo minimo di permanenza sulle fecce di mesi quindici, mentre per il millesimato il periodo minimo è di ventiquattro mesi.

L'Oltrepò Pavese Metodo Classico possiede una spuma fine e persistente, con colore paglierino più o meno intenso. Il profumo è bouquet fine, gentile, ampio e il sapore è sapido, fresco e armonico.

L'Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero ha sempre spuma fine e persistente, ma con colore paglierino e unghie arancio. Il profumo risulta ampio e persistente con sapore sapido, strutturato e fresco. È un vino da aperitivo, ma anche, nelle sue riuscite migliori, associabile a molti piatti di pesce e crostacei.


Oltrepò Pavese Metodo Classico: Le aziende

La Tenuta Rocca de' Giorgi rappresenta la realtà del Pinot nero fin dal 1880, e oggi vinifica un buon Pinot Nero all'85%, il Cuvée della Rocca, dalle note fruttate di pesca bianca e mollica di pane, in fragranza. Il palato è fresco e morbido, con un finale lievemente burroso. Come aperitivo.

Da Le Fraccie un ottimo Pinot Nero Extra Brut Cuvée Bussolera paglierino con un bel perlage fino e persistente. L'olfatto rivela intensi odori di ginestra, gelsomino, pesca bianca e mela. Morbido, fresco e vivace, con finale ammandorlato e lungo. Per il soufflé di prosciutto.

Discreta produzione per la Tenuta del Bosco con il Brut del Bosco dal perlage persistente. Gli aromi sono quelli del gelsomino, dell'ananas e del lievito. Morbido e fresco, con finale minerale, si abbina alle tagliatelle al salmone affumicato.

Travaglino rappresenta un eccellenza con il suo Classese Brut Millesimato premiato dai cinque grappoli. Aristocratico colore e perlage, per un vino dai profumi fragranti della crosta di pane, del fieno e del glicine avvolti in sentori di miele. Al palato il gusto è soffice, con una carbonica freschezza che prelude il lungo finale sapido. Resta 36 mesi sui lieviti e accompagna piatti importanti come il filetto di cernia agli agrumi.

Bruno Verdi è un'altra azienda che produce un elegante Pinot Nero mescolato al 30% di Chardonnay nel suo Brut Vergomberra dagli aromi intensi di nocciola e lievito. Ricco e rotondo il palato è sostenuto dalla gusta misura di anidrite carbonica, e dopo 24 mesi sui lieviti può accompagnare tutto il pasto a base di pesce.



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