Regione della Champagne

L'area geografica

La regione della Champagne-Ardenne, questo il nome completo, si trova nella Francia settentrionale, a 150 chilometri ad est di Parigi. Questa vicinanza con la capitale francese ha indubbiamente favorito questa regione negli scambi commerciali fin da quando i Franchi scelsero la città sulla Senna come centro amministrativo del loro regno. Anche la vicinanza con la costa inglese ha favorito i commerci, essendo i Britannici i maggiori importatori al mondo, soprattutto di vino, per quasi quattro secoli, fino all'avvento degli Stati Uniti come potenza mondiale economica indiscussa. Inoltre anche il confine tedesco e belga non è distante, anche se la Germania e il Belgio non hanno avuto lo stesso impatto degli inglesi nelle importazioni tranne che per brevi periodi storici.

La regione è composta da quattro dipartimenti, e vanta tra le sue città principali anche la famosa Reims con la sua cattedrale dove venivano incoronati re e imperatori di Francia.

I vigneti nella Champagne

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Un po di storia vinicola

Le pupitres Non c'è una datazione precisa sull'inizio della coltivazione della vite nella Champagne, quel che è certo è che questa era già molto praticata durante la tarda Repubblica Romana, quando Giulio Cesare conquistò tutta la Gallia con una guerra molto cruenta intorno al 50 avanti Cristo. Dopo un breve periodo di fama, cento anni più tardi la regione subì una forte battuta d'arresto nella produzione vinicola dovuta a un editto protezionista dell'imperatore Domiziano che fece sradicare tutte le piante per favorire le coltivazioni italiane. L'editto fu abrogato solo nel 282 dopo Cristo grazie a Marco Aurelio Probo, un imperatore di origini umili, figlio di un giardiniere che doveva la sua incoronazione al suo valore dimostrato nell'esercito. I Romani tornarono così ad amare il vino della Champagne, che anche dopo la caduta dell'Impero nel V secolo, continuò a essere considerato un vino strutturato e di ottima qualità fino al XV secolo, nonostante le alterne vicende politiche e belliche spesso ne minacciavano l'esistenza e ne interruppero la produzione, come nel caso dei saccheggi degli Unni. La geografia consentiva infatti un facile accesso alla regione, che da un lato favoriva i commerci ma dall'altro anche le invasioni. Così Reims fu saccheggiata e distrutta sette volte tra il V e il XV secolo, mentre Epernay almeno una ventina di volte. Ma lo status di Reims come città spirituale di Francia per la sua cattedrale risulterà decisivo per la produzione dei vini nella regione, grazie alle numerose donazioni di terre fatte dai re ai vari ordini monastici, custodi, fino alla Rivoluzione Francese, dei segreti e della produzione del vino.


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L'importanza di Dom Pérignon

All'epoca i vini della Champagne erano fermi, e solo a partire dal settecento, dopo gli studi effettuati da Dom Pérignon tra il 1668 e il 1715, che il vino della regione si trasformò in quello splendido vino spumante che conosciamo oggi.

Comunque, dato il clima freddo della regione, la vendemmia veniva effettuata tardi e cosi i lieviti non avevano il tempo di convertirsi completamente in alcol, dando ai vini una naturale tendenza a divenire frizzanti. Il vino così imbottigliato, a causa del freddo invernale, subiva un blocco della fermentazione che spesso riprendeva con la bella stagione.

Prima degli studi del famoso abate, questa tendenza alla spumantizzazione naturale veniva considerata un difetto di questi vini, soprattutto perché, mancando le giuste conoscenze scientifiche, non era possibile controllarla e i risultati erano sempre spontanei e molto altalenanti, rendendo le produzioni molto difformi e spesso non all'altezza.

Anche se a Limoux, in Linguadoca, i monaci benedettini avevano già ottenuto nel 1531 un vino spumante con il Méthode Rurale, è a Dom Pérignon che dobbiamo il primo studio scientifico atto ad ottenere la spumantizzazione degli Champagne, con metodi certi e regolari, che riuscivano a garantire una produzione qualitativamente e tipologicamente costante ed elevata.

L'abate fu il primo a capire i legami tra la regione fredda e le viti coltivate, contribuendo così non solo alla corretta aggiunta di lieviti e zuccheri per la spumantizzazione, ma anche al giusto assemblaggio delle diverse varietà di uve da impiegare. Questo tipo di ricerca iniziò in verità perché Dom Pérignon inizialmente cercava di ottenere un vino bianco tranquillo e limpido da uve nere, in special modo dal Pinot Noir, completamente a suo agio nel freddo della Champagne. Ma poi capì che il clima freddo della regione era adatto molto di più alla spumantizzazione e alla seconda fermentazione in bottiglia che ai vini tranquilli. Così produsse il suo primo Champagne nel 1690.

Da allora fu un successo, anche grazie all'invenzione delle particolari bottiglie che resistevano alla pressione interna del vino ad opera dei vetrai inglesi nel XVII secolo, per ridurre i rischi di rottura.


Regione della Champagne: Il dopo Dom Pérignon

Già nel 1712 i poeti a Reims decantavano il nuovo tipo di Champagne e la sua mousse argentata, anche se la consacrazione definitiva avverrà solo un secolo più tardi, con la disfatta di Napoleone. Fino ad allora gli ortodossi del vino attribuivano l'effervescenza alla birra e non reputavano gli spumanti all'altezza dei grandi di Borgogna o del Bordolese. Le vendite però intanto crescevano considerevolmente nei 50 anni precedenti la Rivoluzione per raddoppiare fino a quasi 300.000 bottiglie vendute dopo il 1789. intanto già dal 1735 furono approvate leggi a favore degli Champagne che riguardavano il confezionamento e la commercializzazione e nel 1743 venne fondata la Maison Moët & Chandon, forse la più famosa tra le case della regione. Ma la produzione non era ancora stata affinata e il vino spesso soffriva di problemi per la pressione e i depositi. Le cose migliorarono notevolmente grazie a Antoine Muller, capo cantina della Veuve Clicquot che nel 1818 inventò le pupitres per migliorare il remuage, la tecnica della rotazione delle bottiglie per portare lentamente i depositi sul collo della bottiglia. Prima questa operazione veniva eseguita prendendo la bottiglia dallo scaffale, agitando in questo modo tutti i sedimenti. L'altra invenzione che diede allo Champagne gli strumenti per divenire un grande vino spumante fu nel 1836 lo zuccheroenometro ad opera di M. François per la misurazione esatta degli zuccheri da aggiungere. Da quel momento possiamo dire che lo Champagne divenne un vino pronto a conquistare i mercati di tutto il mondo, prima a prezzi molto bassi, e oggi a prezzi decisamente più elevati di cui parleremo in un articolo dedicato.

Il resto è ormai storia recente.



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