Lo Champagne francese
La Francia è considerata la patria dei vini, con qualità anche superiori a quelle italiane e questa in parte è vero.
Tutto nasce dal fatto che questa nazione ha approvato le prime normative a difesa dei sui prodotti già dalla metà dell'ottocento, mentre in Italia si è riusciti a capire l'importanza che queste leggi hanno sulla qualità dei prodotti con un secolo di ritardo verso la metà dell'ottocento.
Questo è chiaramente provato dal fatto che, da quando sono state approvate le denominazioni di origine italiane, il Bel paese ha ridotto, se non quasi annullato, il gap qualitativo che aveva con i cugini d'oltralpe.
La prima normativa francese a difesa del vino fu approvata da Napoleone III nel 1855 per regolamentare i vini di Bordeaux. Con l'inizio del novecento ci fu una vera e propria “pioggia” di normative in tutte le regione di Francia, a partire dalle più famose, il Cognac e la Champagne. Questo ha fatto si che la Francia ha avuto un primato indiscusso per molti decenni, a premio della sua intelligenza programmatica.
Lo champagne per normativa può essere solo francese e solo prodotto nella zona delimitata a est di Parigi. Questo riguarda naturalmente l'utilizzo del nome in etichetta, mentre chiaramente sia gli assemblaggi che il metodo di lavorazione possono essere utilizzati e infatti sono utilizzati nei migliori spumanti del mondo, come ad esempio gli ottimi Franciacorta.
La normativa vigente è molto restrittiva, in modo da aumentare al massimo i livelli qualitativi. Questo incrementa certamente i prezzi, da qui il motivo per cui gli champagne sono cosi costosi.
La normativa decide le classificazioni di qualità e i prezzi delle uve ad esempio, la distanza dei filari e le rese massime in vino.
Anche il metodo di lavorazione è lungo e complicato, e incide sul prezzo.
Il Metodo Classico è rimasto invariato da secoli nel concetto, anche se opportunamente migliorato con la tecnologia nel corso del tempo, ed è il procedimento che ha la migliore resa qualitativa tra quelli in uso, grazie ai suoi tempi lunghi che lasciano le uve maturare e aromatizzare il vino.
La scelta delle tre uve principali e il metodo di spumantizzazione sono nel concetto le stesse messe a punto ai primi del seicento da Dom Pérignon. Non sono frutto del caso, ma la lunga evoluzione dell'esperienza che ha portato ad osservare il lavoro della natura e della storia del commercio mercantile.
La Champagne infatti, ha un clima particolare, che a prima vista non è adatto alla produzione di vini di qualità, perché freddo e piovoso, che crea notevoli problemi alla maturazione delle uve.
Questo problema fu risolto con la spumantizzazione, ottenuta con la seconda fermentazione quasi per caso dai commercianti inglesi, maggiori importatori, che aggiungevano zucchero allo champagne per aumentarne il grado alcolico piuttosto povero.
L'aspetto dell'esportazione in Inghilterra è altrettanto importante per la storia dello champagne. Probabilmente, senza il popolo inglese, grande importatore di vino, lo champagne non avrebbe avuto gli stimoli di evoluzione che lo hanno portato a divenire il vino più famoso al mondo, ma sarebbe rimasto relegato a vino di rango locale.
Si deve pensare che nei secoli passati, i trasporti, sia marittimi che terrestri, erano molto più difficoltosi e non era certo agevole ed economico come oggi, e la Champagne era la regione più prossima a Londra da dove importare il vino.
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Londra ha sempre avuto un rapporto di amore con lo champagne con il vino francese in generale, ed è sempre stata, fino all'avvento degli Stati Uniti come potenza economica e mondiale, il primo importatore di vini. Anche quando il vino della Champagne era molto leggero, questo veniva importato e addizionato con lo zucchero. Questa pratica si rifletterà anche su altri vini divenuti un simbolo nel mondo, come ad esempio il Porto, che soffriva degli stessi problemi dello champagne, con la sola differenza che qui l'addizione veniva svolta con il brandy.
I ristoranti londinesi hanno tutti una lunga e fornita lista di champagne, spesso completa con vere e proprie convenzioni di fornitura per i più grandi ed importanti.
Anche se alcuni spumanti italiani come il Prosecco iniziano oggi a far breccia in qualche bar di nicchia, è sempre lo champagne a dominare il mercato. Qui è facile, al contrario dell'Italia e tanti altri paesi, avere la possibilità di degustare lo champagne al bicchiere, senza il bisogno di dover acquistare l'intera bottiglia.
Questa lunga storia dello champagne si riflette sulle grande aziende che lavorano questo vino. Solo in Francia sono presenti moltissime cantine che possono vantare natali e origini che affondano in alcuni casi anche al XV secolo. Le più grandi sono tutte nate tra la fine del settecento e l'inizio dell'ottocento, in piena era napoleonica, e sono state le prime ad avvantaggiarsi delle nuove rotte commerciali aperte dal mercantilismo anglosassone, soprattutto via mare, un assoluta novità per il mondo dell'epoca. Le grandes marques hanno contribuito a proseguire il lavoro di Dom Pérignon, trasformando lo champagne in un simbolo di ricchezza e eleganza.
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È abbastanza difficile fare una classica dei migliori Champagne , sia per numero, sia per gusti personali. Ci riferiremo
visita : champagne francese
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