Cantina sociale

La cantina sociale

La Cantina Sociale in Italia come in Francia è una realtà affermata ormai da numerosi anni, e garanzia spesso di ottima qualità a prezzi accessibili.

Le Cantine Sociali nascono nei primi del novecento ma si affermano dopo la seconda guerra mondiale e in particolar modo dagli anni 70, prima in Francia e poi in Italia e ultimamente anche in altri paesi per unire gli sforzi di piccoli viticoltori in produzioni di qualità là dove non arrivavano i grandi investimenti o non si volevano vendere le proprie uve a prezzi troppo bassi a grandi aziende.

La loro nascita si sviluppò di pari passo con la presa di coscienza da parte dei piccoli coltivatori della loro forza produttiva durante i difficili anni dei primi del novecento. Inizialmente in Francia e nella Champagne, i piccoli coltivatori vedevano poco riconosciuti i loro sforzi nei vigneti, e i prezzi pagati da grandi investitori e produttori di vino erano insoddisfacenti e per nulla premianti. Inoltre la qualità prodotta era spesso scadente.

Nel 1905 ci furono dei veri e propri moti rivoluzionari da parte di molti viticoltori che erano già stati provati dalla devastazione della fillossera e dalla drastica riduzione dei loro e vedevano nei commercianti dei veri e propri sfruttatori che badavano solo al profitto, anche con l'acquisto di uve non della zona per la produzione del famoso vino spumantizzato. La molla scatenante fu il tentativo di delimitare i vigneti da parte del Ente governativo dei vini francese, che non dava nessuna considerazione per le esigenze dei coltivatori, che si scatenarono con dei veri e propri assalti punitivi nelle cantine dei commercianti con danneggiamenti e devastazioni. Questi moti non solo impedirono il depauperimento dei coltivatori, ma iniziarono un lento processo di presa di coscienza che vedrà successivamente la nascita di numerose cooperative per unire questi coltivatori non nel segno della protesta, ma in quello della produzione di qualità.

In Italia questo processo fu accelerato dall'ideologia sociale e corporativa del ventennio fascista, che promosse la creazione di unioni di piccoli artigiani o coltivatori all'insegna della produzione autarchica.

Altre cantine sociali nacquero ben prima del novecento, sempre su queste spinte rivoluzionarie, come ad esempio nelle prese di coscienza dei nuovi ideali della Rivoluzione Francese già alla fine del settecento e nell'ottocento.

Oggi chiaramente le molle che spingono i coltivatori a riunire i loro sforzi sotto il marchio della cantina sociale sono ben diversi e le ideologie hanno lasciato il posto alle libere associazioni, ma i risultati di queste unione sono qualitativamente buoni in tutta Italia, oltre che in Francia e negli altri paesi.

Piccoli coltivatori si uniscono in produzioni con lo stesso marchio riuscendo cosi a garantire indipendenza e profitti per se stessi senza dover dipendere da una grande azienda e una produzione di qualità e a basso costo per i consumatori. Certo inizialmente le Cantine Sociali non ebbero vita facile, stranamente proprio per una certa diffidenza da parte dei piccoli agricoltori, che temevano per la loro indipendenza, ma questo problema venne facilmente superato una volta che la coscienza di essere comunque dipendenti da una grande azienda era forse più sconveniente.

Oggi le Cantine sociali rappresentano una buona alternativa per chi vuole essere indipendente ma non ha il coraggio di affrontare da solo le responsabilità che un'impresa comporta.

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Solopaca, tra le più antiche cantine sociali italiane del dopoguerra

orcia La Cantina Sociale Solopaca è tra le prime associazioni di agricoltori italiani che vide la luce nel 1966 nell'omonimo comune quando 25 di essi decisero di unirsi per produrre e difendere i loro prodotti, che vedevano oltre al vino, anche la produzione di olio sotto il Monte Tiburno senza doverli svendere. Inizialmente la Cantina trovò non poche difficoltà nel reperire coltivatori disposti ad unirsi e a portare le proprie uve per la vinificazione. Oggi invece la Cantina lavora ben 150.000 ettolitri di vino l'anno, e si presenta come una realtà qualitativa non indifferente.


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Cantina Sociale di Canelli

Ancora più antica è la Cantina Sociale di Canelli, in provincia di Asti, che produce i DOC e i DOCG della zona, e molti vini IGT e da Tavola, dall'Asti e Moscato DOCG al Dolcetto e al Brachetto. Buona produzione per questa cantina nata proprio durante il periodo in cui si incentivavano le cooperative sociali per migliorare le condizioni economiche dei contadini e dare loro la possibilità non solo di coltivare le uve, ma anche di produrre e commercializzare il vino attraverso l'unione delle forze.


Cantina sociale: Cantina Sociale Valpolicella Negrar

La Cantina Sociale di Negrar è tra le più conosciute della sua tipologia e vinifica gli ottimi vini veneti con qualità e riduzione dei costi. Sempre presente con delle belle valutazioni a Vinitaly per i suoi Valpolicella la Cantina vanta nel suo palmares anche una medaglia d'oro per il suo Amarone.

Anche questa Cantina nacque nel 1933 grazie all'impegno dei sei soci iniziali per nulla sconfortati dall'ennesima ondata di fillossera.



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