Sant'Agata dei Goti

La zona vinicola

L'area di produzione del Sant'Agata dei Goti DOC è una zona molto ristretta appartenete al territorio comunale dell'omonimo comune in provincia di Benevento.

Il territorio è di origine tufacea delimitato dai fiumi Martorano e Riello, due affluenti del fiume Isclero.

Il clima è mediterraneo, mite, fresco d'estate, ma in inverno subisce i venti rigidi provenienti dal nord-est. Nei periodi in cui le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono forti si stratifica una coltre di nebbia densa e umida, favorita dal fiume. La zona è molto ventosa.

Lo stemma della Cantina Mustilli

L'individuo tra organizzazione, economia e società

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I vigneti rossi

Aglianico I vigneti rossi utilizzati nella vinificazione del Sant'Agata dei Goti sono l'Aglianico e il Piedirosso che possono essere affiancati da altri vitigni.

L'Aglianico è l'autoctono per eccellenza della Campania e il più coltivato. La sua versatilità ne fa uno dei più importanti vitigni meridionali e dai suoi grappoli hanno origine vini di grande qualità, dai rosati vivaci e fruttati e di buona beva ai rossi ben strutturati, morbidi e longevi.

Con molta probabilità la varietà è stata portata in Italia dai coloni greci e si ritiene che il termine Aglianico sia una variazione della parola Hellanico o Hellenico, successivamente mutato.

Un'altra ipotesi suggerisce invece che il nome derivi dal termine latino aglaia che significa splendore.

Comunque il termine Aglianico fu usato per la prima volta in una lettera del 1559, in cui Sante Lancerio, cantiniere del papa Paolo III, descriveva i vini italiani al Cardinal Guido Ascanio Sforza.

Risulta un vino profumato e sapido, stabile, di elevato potere nutritivo, corroborante per lo stomaco e le membra più che aperitivo nelle descrizioni che ne faceva Andrea Bacci, medico di Paolo III.

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Il Sant'Agata dei Goti DOC rosso

La denominazione di origine controllata Sant'Agata dei Goti nasce dal decreto ministeriale del 3 agosto 1993 e autorizza la produzione di vini bianchi e rossi nel solo comune di Sant'Agata dei Goti in provincia di Benevento.

Le uve devono provenire dai vitigni Aglianico, con percentuali nell'assemblaggio dal 40 al 60% e Piedirosso con percentuali dal 40 al 60%. Possono concorrere alla produzione gli altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, autorizzati per la provincia di Benevento, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 20%.

Possono essere prodotte le tipologie monovarietali Aglianico e Piedirosso quando questi vitigni sono presenti nella misura del 90% dell'assemblaggio a cui possono concorrere alla produzione gli altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, autorizzati per la provincia di Benevento, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 10%.

Le rese delle uve sono fissate ad un massimo di 10 tonnellate per ettaro, con gradazioni alcoliche minime garantite di 11,00% vol.

Per l'iscrizione all'albo dei vigneti, sono considerati unicamente quelli ubicati su terreni prevalentemente argillosi, calcarei e tufacei di medio impasto con giacitura collinare e pedecollinare, con esclusione dei terreni di fondovalle e particolarmente umidi. E’ vietata ogni pratica di forzatura.

I vini nelle tipologie monovarietali Aglianico e Piedirosso hanno diritto alla menzione Riserva quando assicurino un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 12,00% vol. per l'Aglianico e di 11,50% vol. per il Piedirosso.

Il Sant’Agata dei Goti Aglianico può essere commercializzato soltanto dopo un periodo di invecchiamento di due anni a decorrere dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve.

L'Aglianico con la menzione aggiuntiva Riserva deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno due anni a decorrere dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve e ad un anno di affinamento in bottiglia.

Il Piedirosso con la menzione aggiuntiva Riserva deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno due anni a decorre dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve.

Il Sant’Agata dei Goti Rosso può essere vinificato anche in tipologia Novello, rispettando la normativa vigente sul territorio italiano. Per tutti i vini è obbligatoria l’indicazione dell’annata di produzione delle uve.

Il Sant’Agata dei Goti Rosso ha colore rosso rubino piuttosto intenso con profumo vinoso e sapore asciutto e fresco.

Il Sant’Agata dei Goti Rosso Novello è di colore rosso rubino tendente al violaceo, con profumo vinoso e fruttato. Il sapore si presenta asciutto, rotondo, fruttato, armonico.

Nel Sant’Agata dei Goti Aglianico il colore è rosso più o meno intenso, con profumo vinoso e persistente. Il sapore è asciutto, armonico, giustamente tannico. A tavola con arrosti, minestre asciutte, selvaggina, salumi e formaggi duri.

Per Sant’Agata dei Goti Aglianico Riserva il colore si fa rosso rubino, tendente al granata con l’invecchiamento. Il profumo diventa etereo, persistente, con sapore asciutto, caldo, vellutato, armonico, giustamente tannico. Ha gli stessi abbinamenti dell'Aglianico non Riserva.

Nel Sant’Agata dei Goti Piedirosso si torna ad un colore rosso rubino più o meno intenso, con profumo intenso e gradevole. Il sapore è sempre asciutto, di corpo, giustamente tannico. Per lui la trippa alla napoletana, il coniglio ma anche il baccalà al pomodorino fresco.

Nel suo Riserva il Sant’Agata dei Goti Piedirosso prende un colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granata. Il profumo è intenso, gradevole, etereo, con sapore asciutto, vellutato, armonico, di corpo, giustamente tannico.


Le aziende

Le aziende sono sviluppate soprattutto al livello locale, visto la zona ristretta di vinificazione.

Tra le varie cantine si può citare Mustilli, con il suo Conte Artus, con il Piedirosso e l'Aglianico assemblati al 50%. Il colore è rubino granata con riflessi ciliegia. Il profumo ha un attacco di ciliegia rossa cotta, con note vegetali, carciofo e felcie, seguite dalla ginestra e da punte speziate.

In bocca è secco, sapido, vellutato, caldo, rotondo, con sapore speziato e garbati tocchi al pepe nero, al peperone verde. Di fondo emerge il chiodo di garofano. Negli abbinamenti va con Timballi di paste alla besciamella, tortini di maccheroni, sartù di riso e polpettine, zuppa di pesce allo zafferano, granatine di manzo e pollo, quaglie all'uva, piccola cacciagione, stracotti di vitello ai funghi.

La temperatura di servizio è di 15-17° C.




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