Falerno del Massico

La zona vinicola

L'area vinicola del Falerno del Massico frutta i territori vulcanici creati dalle antiche eruzioni del ormai spento vulcano di Roccamorfina.

I depositi lavici sono ricchi di microelementi e di potassio che conferisce alle uve e ai vini, poi, profumi intensi e delicati.

Il vulcano spento Roccamonfina, è rimasto in attività tra i 630.000 e i 50.000 anni fa, nella depressione tettonica del Garigliano, con la crosta terrestre più sottile a favorire la risalita del magma.

Cessata l'attività vulcanica, oggi l'area è interessata da una serie di attività sismiche e dalle sorgenti termali di acque oligominerali. La fertilità del suolo favorisce enormemente le coltivazioni, ed è presente anche una buona quantità di argilla.

Il clima è temperato, classico mediterraneo ma non afoso grazie all'azione rinfrescante delle brezze marine, con il mare a soli pochi chilometri.

Intorno al vulcano la zona è prevalentemente pianeggiante, con rilievi solo nell'entroterra. L'area interessata è quindi a bassa altitudine.

Il clima è temperato, mite e rinfrescato dalle brezze marine. Nelle valli dell'entroterra è spesso presente la nebbia notturna.

I vigneti

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I vitigni rossi

Un Falerno del Massico di Bianchini Rossetti I principali vitigni rossi utilizzati nella vinificazione del Falerno del Massico sono l'Aglianico, il Piedirosso, il Barbera e il Primitivo.

L'Aglianico è uno splendido vitigno autoctono che ha cominciato da più di un decennio la scalata alla vetta dei vitigni nobili, grazie all'impegno dei viticoltori che giustamente, stanno valorizzandolo per le sue enormi potenzialità.

È un vitigno vigoroso, che resiste molto bene al freddo e fornisce dei vini con aromi eleganti e fini di frutti neri di bosco, leggermente speziati.

Il Primitivo è l'autoctono pugliese per eccellenza, coltivato soprattutto nella Terra di Bari, da dove ha origine. Il nome deriva dalla precocità di maturazione della pianta in tutte le sue fasi, dal periodo di germogliamento alla fioritura, dall'invaiatura fino alla maturazione dell'acino. La raccolta delle uve avviene mediamente tra la fine di agosto e i primi di settembre. Le origini sono ancora incerte, anche se probabilmente dovrebbe essere stato importato della Dalmazia, alcuni studiosi che descrivono le stesse caratteristiche nel Plavac Mali, in Croazia. Forse la sua importazione in Puglia si deve agli Illiri. Ha un acino medio, sferoidale, con buccia di medio spessore molto concentrata di pruina. Predilige terreni di medio impasto, argillo-calcarei. Buona produzione, costante e di ottima qualità. Può subire aborto floreale in annate piovose e terreni profondi, è poco resistente al marciume e alle brinate primaverili.


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Il Falerno del Massico DOC rosso

La denominazione di origine controllata Faleno del Massico nasce per decreto ministeriale il 3 gennaio 1986, per autorizzare la produzione di vini rossi nei comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola tutti in provincia di Caserta.

I vitigni menzionati nel disciplinare sono l'Aglianico che deve essere presente da un minimo del 60% a un massimo del 80%, il Piedirosso presente per minino il 20% a un massimo 40% nell'assemblaggio, a cui possono concorrere alla produzione anche il Barbera e il Primitivo, da soli o congiuntamente, presenti nei vigneti, fino ad un massimo del 20% del totale.

Il Falerno del Massico nella tipologia Primitivo deve essere ottenuto dai vigneti composti dal Primitivo per almeno l'85%, con il restante 15% a cui possono concorrere gli altri tre vitigni già autorizzati per il rosso generico.

La produzione massima di uva per ettaro non deve essere superiore alle 10 tonnellate e la gradazione alcolica minima deve essere rispettivamente per il Falerno del Massico Rosso di 12,00% vol, e per il Falerno del Massico Primitivo di 12,50%.

Il vino rosso generico, se sottoposto ad un invecchiamento non inferiore ai due anni di cui uno in botti di legno, può mettere in etichetta la menzione Riserva.

Anche il vino Falerno del Massico Primitivo può fregiarsi delle menzioni Riserva o Vecchio con gli stessi invecchiamenti del rosso generico.

Il Falerno del Massico Rosso ha colore rosso rubino intenso, tendente al granata con l’invecchiamento. Il suo profumo è caratteristico ed intenso con sapore secco, caldo, robusto ed armonico.

Il Falerno del Massico Primitivo invece è di colore rosso rubino molto intenso. Il profumo è caratteristico, intenso e persistente con sapore secco o leggermente abboccato, caldo, robusto ed

armonico.

Sono ottimi vini per le carni rosse e le minestre, ma anche trippa e formaggi semiduri.


Le aziende

Villa Matilde vinifica un Falerno di colore rosso rubino profondo. Il profumo è ricco e complesso con ampia gamma olfattiva, dalla frutta nera alle ciliege alle spezie, con noce moscata e cacao, alla floreale con evidenti note di viola. In retrolfazione torna il sentore di sottobosco con more e lamponi. Il palato è armonioso con corpo eleganti e tannini ricchi ma non aggressivi.

Bianchini Rossetti produce, su terreno argilloso e ricco di scheletro il Mille880 dal colore rubino, con naso di frutta matura, con una dominanza di frutti di bosco. Al gusto, è strutturato, intenso e persistente. Si abbina bene con l'arrosto di maiale con vellutata di formaggi e le carni alla griglia.




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