Vino rosso pregiato
Negli ultimi anni in Italia molte persone si stanno affacciando al mondo dei vini con molta curiosità e passione, tanto che siamo di fronte a una vera e propria ondata di nuovi consumatori sempre più alla ricerca di prodotti di qualità.
Quando si cerca pero un prodotto pregiato è facile rimanere delusi da marche più o meno famose, e magari sorpresi da aziende quasi sconosciute.
Ne ho un valido esempio nella mia esperienza personale quando portai una bottiglia di Primitivo dell'azienda salentina De Castris a una cena organizzata dagli allievi del corso sommelier che frequentavo a Parigi.
Quella bottiglia, pagata appena otto euro, fu forse la protagonista della serata, nonostante la presenza di molti altri vini dalla più che buona reputazione.
Si trattava di allievi molto preparati, profondi conoscitori dei vini francesi, che sono ancora i migliori, anche se saranno presto raggiunti.
Ma cosa fa di un vino un prodotto pregiato?
Certo non è facile rispondere a questa domanda per chi non è un profondo conoscitore dei vini, ma certamente si possono avere dei punti di riferimento per esprimere dei giudizi abbastanza esatti.
Ogni aspetto nella produzione dei vini è fondamentale a partire dalla scelta delle uve e dalla loro lavorazione.
Un azienda che voglia produrre vini di qualità dovrà necessariamente studiare approfonditamente dal punto di vista ampelologico ogni aspetto della vigna, dalla scelta del vitigno in considerazione delle condizioni geologiche alla resa delle uve, stabilita in modo da essere sufficiente per una buona produzione ma non eccessiva per non pregiudicare la qualità del vino per troppa dispersione in molto grappoli di tutti gli elementi essenziali a un prodotto ben riuscito.
L'azienda dovra stabilire quale uva meglio si adatti al tipo di suolo da coltivare, ad esempio su un suolo calcareo meglio scegliere un Pinot nero piuttosto che un Cabernet.
Oppure se si dispone di un'uva con alte rese, saranno necessarie potature più frequenti in modo da concentrare gli aromi su una produzione più limitata ma migliore piuttosto che disperderla per avere una produzione maggiore ma un qualità inferiore.
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Questo è certamente un punto focale nella produzione di vini pregiati in generale e dei rossi in particolare.
Una vigna è un essere vivente che va accudito con amore e responsabilità per ottenere i risultati migliori. Il vino è una materia viva anche quando è ancora imbottigliato, tanto che ha una sua evoluzione durante l'affinamento e l'invecchiamento. I processi chimici, naturali per qualsiasi essere vivente, continuano per moltissimo tempo.
La produzione di vini di qualità parte dalla vigna e dalla cura che i viticoltori usano verso le piante.
Le produzioni biologiche ad esempio e le vendemmie a mano sono più costose e meno veloci di altre produzioni “industriali” ma danno dei prodotti migliori, anche se incidono sul prezzo.
Inoltre comportano dei rischi maggiori per il viticoltore per possibili perdite di raccolto e processi naturali imprevisti.
Da notare infatti, che molte legislazioni in materia di marchi di garanzia come i DOC, impongono per legge determinati procedimenti come il divieto di forzatura o irrigazione, la distanza tra i filari e il tipo di vendemmia.
Certamente una vendemmia meccanica consente un risparmio di tempo non indifferente e quindi costi minori, ma quella manuale garantisce una cura degli acini ben diversa.
In alcuni casi, anche se rari, la legge stabilisce come nel caso degli Champagne, anche il prezzo al peso delle uve, mentre l'acquisto di parcelle ritenute particolarmente pregiate, ha raggiunto ormai prezzi particolarmente alti. Si pensi infatti che un ettaro coltivabile nella Champagne ha raggiunto quotazioni che superano il milione di euro, un investimento notevole per qualsiasi agricoltore.
Altro aspetto molto importante per stabilire il pregio di un vino riguarda i processi di vinificazione.
Metodi naturali e artigianali, che rispettino la naturale evoluzione dei processi chimici senza aggiunta di prodotti artificiali, apportano livelli qualitativi più elevati anche se aumentano i rischi di insuccesso.
Un fulgido esempio è nella produzione di vini dolci, dove troviamo vini di basso costo ma anche di bassa qualità perché ottenuti dolcificando semplicemente con dello zucchero un vino secco.
Mentre nello stesso campo troviamo invece vini dolci pregiati ma ottenuti con tecniche che richiedono tempo e fatica oltre ai costi aggiuntivi derivati.
Anche l'invecchiamento, più o meno prolungato, rappresenta dei costi e dei rischi di perdite per un'azienda. Innanzi tutto perché deve ritardare il recupero degli investimenti e dei ricavi, in secondo luogo perché, nonostante la conservazione del vino sia ormai sicura, gli imprevisti sono sempre in agguato.
Nel processo di vinificazione comunque non tutto il vino deve essere commercializzato, ma una parte deve essere scartata, anche se questo significa una perdita di parte dei guadagni.
Ricordiamo tutti i morti degli anni ottanta perché alcuni produttori non vollero scartare una parte di vino per guadagnare di più. Fu il famoso scandalo del vino all'etanolo, che coinvolse purtroppo non solo le poche aziende colpevoli al livello legale, ma anche la stragrande maggioranza che invece operava in maniera corretta ma che fu penalizzata a livello d'immagine in tutto il mondo.
Un'azienda che voglia produrre vini di pregio dovrà necessariamente prendere solo in vino fiore, con l'aggiunta al limite del prodotto di pressatura, ma sarà necessario scartare delle parti non solo qualitativamente scadenti, ma anche nocive alla salute.
Districarsi tra le tantissime aziende e vini prodotti di qualsiasi prezzo non è facile per i non addetti ai lavori. Oggi ancora si preferisce affidarsi ai consigli degli amici e di chi ha già provato un determinato vino, ma quando si acquista una bottiglia di un determinato valore si fa un vero e proprio investimento.
Se non abbiamo amici per i suggerimenti meglio quindi affidarsi a poche ma necessarie regole.
Per prima cosa bisogna decidere il tipo di vino in base all'occasione.
Sarebbe inutile spendere molti soldi ad esempio per dell'Amarone o del Brunello se poi non avremo i pasti adatti per accompagnarli.
I francesi, esperti in questo campo come nessuno al mondo, addirittura scelgono il vino prima di abbinarci i cibi, ovvero in base al tipo di vino acquistato decidono poi il pasto da cucinare.
In alcuni rinomati ristoranti è abitudine parlare con il sommelier al momento della prenotazione per ordinare già il vino, che in alcuni casi particolari, deve essere aperto alcuni giorni prima il consumo, per mostrarsi in tutta la sua completezza.
Sarà poi il sommelier a comunicare e decidere insieme allo chef quali pietanze suggerire.
Nel caso volessimo organizzare una cena nella nostra casa e decidere l'acquisto di un vino di pregio, dovremmo considerare innanzitutto l'abbinamento con i pasti.
Sceglieremo un vino rosso importante e invecchiato toscano, veneto o piemontese ad esempio per piatti di carne elaborati, dai gusti forti, mentre meglio scegliere un giovane valido nel caso di arrosti leggeri, o carni non molto saporite.
Prima di procedere all'acquisto è sempre opportuno verificare i metodi di coltivazione e i processi di vinificazione applicati dall'azienda, in modo da valutare con esattezza la correttezza del prezzo e le aspettative del nostro vino.
Anche una ricerca sulle uve e la loro evoluzione è consigliata, cosi come ricercare le varie reazioni all'invecchiamento di ogni uva.
L'offerta d'altra parte è molto amplia e sciorinare una lista dei soliti nomi non solo sarebbe riduttivo, ma non ci abituerebbe a fare delle scelte proprie e consapevoli.
Meglio allenarsi in principio con vino di prezzo medio, cosi da far crescere dentro se stessi non solo la consapevolezza delle proprie scelte, ma anche la sicurezza e la voglia di scoprire un mondo variegato e importante come quello dei vini.
Come la cena parigina ricordata all'inizio dell'articolo, anche una bottiglia di otto euro, se prodotto con passione e qualità, può essere la protagonista tra numerosi vini di nome e pregio.
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