Monreale
L'area di produzione del Monreale si estende sulle colline di natura carbonatica, con prevalenza di dolomie di origine carsica, che vanno da Palermo fino alla valle del Belice. L'origine calcarea e argillosa della Sicilia deriva direttamente dall'orogenesi dell'isola, una volta sede di un antico bacino preistorico, con numerosi fossili marini che hanno costruito le rocce calcaree del fondo successivamente emerso durante lo scontro tra le placche africana e euroasiatica. Silicio e marne completano il quadro geologico.
Il clima, di lunghe e assolate estati e inverni miti, conferisce alle uve le giuste maturazioni per ottenere prodotti di buona qualità, tanto da essere da sempre un centro vinicolo, fin dall'epoca dei Romani.
La Sicilia odierna sta producendo enormi sforzi nella direzione della qualità, con l'autorizzazione a numerose piccole denominazioni, soprattutto nella zona occidentale, per restituire ai vini quell'impronta identitaria che nel lontano passato ne fecero una delle esportazioni più importanti verso la Roma imperiale, che usava festeggiare nelle sue casate nobiliari, con vini siciliani.
I vitigni a bacca bianca utilizzati per produrre i vini bianchi sotto questa denominazione sono le varietà Inzolia, Chardonnay, Grillo, Catarratto, Trebbiano Toscano e Pinot Bianco.
Il Grillo è una varietà autoctona usata spesso in passato per il taglio del Marsala, che oggi sta vivendo una sua notorietà grazie all'apporto che fornisce ai vini per quanto riguarda il corpo e i gusti citrini, con una buona acidità che lo rendono un uva particolarmente apprezzata per i vini da invecchiamento.
Il Pinot Bianco, di chiara origine francese, è invece una mutazione del Pinot Nero, largamente usata ormai in tutto il mondo, e importato probabilmente in Italia nei primi dell'ottocento in Piemonte. Nella penisola viene spesso vinificato per vini bianchi secchi a forte acidità, nei prodotti leggermente frizzanti e non molto aromatici, soprattutto come alternativa al classico taglio da spumante, in particolare in Lombardia. Le rese sono generalmente molto elevate e i vini di pronta beva.
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La denominazione di origine controllata Monreale deve la sua nascita al decreto ministeriale del 2 novembre 2000. Autorizza la produzione di vini bianchi, rosati e rossi in una vasta area della provincia di Palermo che arriva fin sotto la valle del Belice.
Nei vini bianchi le tipologie autorizzate sono il Bianco, il Bianco Superiore, il Monreale Vendemmia Tardiva, e i vini monovarietali ricavati dai singoli vitigni Inzolia, Grillo, Pinot Bianco, Chardonnay e Catarratto.
Il bianco si produce dalle uve Catarratto e Inzolia, che devono costituire almeno la metà del taglio, assemblati con le altre uve tra cui il Trebbiano Toscano che può essere al massimo il 30% del vino.
Le rese massime delle uve sono comprese tra le 10 e le 12 tonnellate per ettaro, ad eccezione del Vendemmia Tardiva, le cui uve devono avere rese massime di 8 tonnellate e aver subito l'appassimento sulla pianta fino al 1° ottobre. Questo vino inoltre deve subire un affinamento di almeno sei mesi.
La menzione Superiore può essere utilizzata dai vini bianchi che abbiano riposato per un minimo di sei mesi a decorrere dal 1° novembre successivo alla raccolta delle uve.
I vini hanno colore giallo paglierino con tendenza al dorato nei Superiore e nei Vendemmia Tardiva. I profumi sono eleganti, quanto più intensi quanto più i vini vengono invecchiati. Il palato è generalmente secco, fruttato negli Chardonnay e i Catarratto, e sapido nei Grillo. Il Vendemmia Tardiva è molto ricco, vellutato, con spiccate caratteristiche aromatiche.
Negli abbinamenti l'Inzolia si accosta alla pasta con le sarde, alle melanzane e i pesci alla griglia, come per il bianco, mentre nel Bianco Superiore si preferiscono le triglie al cartoccio e la pasta con le cozze. Il Catarratto può essere accostato agli antipasti di mare, ma anche alle braciole di vitello e il pecorino siciliano. Per lo Chardonnay gli abbinamenti ideali sono con i formaggi molli, la pasta con le cozze, gli antipasti di mare e le grigliate di pesce. Anche il Grillo preferisce i sapori forti, come i formaggi piccanti, le cozze, gli involtini di melanzane e il tonno. Il Pinot Bianco può essere servito con i carciofi, i formaggi molli o le cozze, mentre il Vendemmia tardiva, essendo secco, trova abbinamenti nei formaggi erborinati, nei paté di fegato e nei formaggi ben sapidi caprini e pecorini.
Da Spadafora abbiamo il Monreale Bianco Alhambra con un perfetto assemblaggio diviso tra Catarratto e Inzolia. Il vino è paglierino brillante, con profumi di frutti bianchi, mandarini ed erbe aromatiche. Il palato è sostenuto da una buona acidità e sapidità, ideali per il pesce azzurro al vapore.
Dal Feudo di Santa Tresa invece abbiamo il Rina Lanca con il Grillo in purezza, e i toni paglierini. Un buon vino dall'equilibrio tra gli agrumi e i frutti bianchi.
Anche Frazzitta, nel suo Punta Ettare, utilizza il Grillo in purezza per fornire al vino i sentori aromatici degli agrumi di Sicilia e il fruttato persistente della pesca bianca e della susina.
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