Monferrato

La zona vinicola

Le terre del Monferrato sono generalmente collinari e di età terziaria, quindi di formazione recente, originate dall'emersione dal mare del fondo della Tetide, antico oceano preistorico che occupava la pianura padana.

Si possono catalogare in base all'età, con le più antiche appartenenti all'Alto e al Basso Monferrato, costituite di marne arenacee e calcaree del Miocene, chiamate terre bianche, probabilmente effetto dovuto al fatto che sono ricolme di conchiglie fossili.

Le più recenti invece risalgono al Pliocene, osservabili nella zona del fiume Tanaro, e sono chiamate sabbie astiane, in prevalenza depositi sempre di tipo sedimentario.

I vigneti sono impiantati sui terreni collinari, poveri di sostanze organiche e minerali, e aridi d'estate per la pendenza che non consente di trattenere l'acqua. Le colline vengono divise in due tipi di terreni geologicamente diversi: Terre Bianche e Terre Rosse.

Le Terre Bianche del Canellese, dell'Alto Monferrato e del Casalese, sono caratterizzate dal limo, dall'argilla, dai sassi, e dalla roccia posta a poca profondità, con terreni calcareo-marnosi, di colore bianco, grigio chiaro o beige, ricchi di carbonato di calcio. La vite è qui favorita per la produzione di vini rossi corposi, ricchi di colore, talvolta con sentore di tufo, presente in molte aree.

Le aree tufacee sono state usate in passato come cantine cantine, dette gli infernotti, per conservare le bottiglie alla giusta temperatura naturale.

Le Terre Rosse dell'Alto Monferrato sono invece più profonde e ricche di argilla e limo, di ossidi di ferro e magnesio, e meno alcaline e grazie alle elevate escursioni termiche, il vino è di un'ottima fattura, in particolar modo per i bianchi. Le Sabbie Astiane, al centro del Monferrato Astigiano, possono soffrire problemi di stress idrico nelle annate molto siccitose, in quanto la troppa sabbia presente non consente al terreno di trattenere sufficientemente l'acqua.

Colline nel Monferrato

Leggende del canavese

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I vitigni

Il Monferrato Estrosa I vitigni bianchi utilizzati per produrre questa denominazione in bianco sono tutti quelli autorizzati nelle provincie di Asti e Alessandria, con il Cortese innanzitutto, ma anche lo Chardonnay, il Sauvignon e gli altri autoctoni del Piemonte.

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Il Monferrato DOC bianco

La denominazione di origine controllata Monferrato è stata istituita dal decreto ministeriale del 22 novembre del 1994 e autorizza la produzione di vini bianchi, rossi e rosati in più di cento comuni delle provincie di Asti e Alessandria.

La base ampelografica autorizzata prevede l'impiego di tutte le uve consentite nelle due provincie, in primis Cortese e Favorita, assemblati agli internazionali Chardonnay, Sauvignon e a volte Muller Thurgau o altri, per la tipologia Bianco e di un assemblaggio con l'85% di Cortese, con il restante 15% colmato dagli altri vitigni già autorizzati, per la tipologia Casalese.

Le uve devono rendere per un massimo di 11 tonnellate per ettaro, con un grado alcolico minimo naturale non inferiore ai 9,5% vol.

Le operazioni di vinificazione possono essere effettuate anche nell'intero territorio delle province di Cuneo e Torino.

Il Monferrato Bianco possiede un colore giallo paglierino, con odore caratteristico, intenso e gradevole e un sapore fresco, secco, talvolta vivace. Da abbinare con antipasti magri, formaggi molli, insalate di nervetti e minestre in brodo.

Il Monferrato Casalese conserva il colore paglierino chiaro, ma talvolta tende al verdolino. L'odore caratteristico, delicato, molto tenue ma persistente e il sapore asciutto, armonico, sapido e gradevolmente amarognolo. Buono con gli spinaci e verdure simili, il pesce e le uova, le minestre.


Le aziende

Acconero vinifica il Monferrato Bianco Fonsina con il 50% di Chardonnay e il 50% di Cortese. Il risultato è un vino floreale, con sambuco, agrumato con il pompelmo rosa, e fruttato con la pesca. Di medio corpo ed equilibrio minerale-acido si abbina con il lavarello al vino bianco.

Il Monferrato Bianco Antara di Bersano ha lo stesso assemblaggio ma sentori di lillà, glicine, sambuco, mughetto, biancospino e pesca. Il palato è vivace ed acido, con sentori floreali, agrumati e buona acidità. Si può servire con il salmone all'aneto.

Da Bricco Mondalino abbiamo il Monferrato Casalese in purezza, intenso e semplice con aromi di mughetto, mela e scorza di limone. In bocca si evidenzia per freschezza e sapidità, con un finale minerale. Ottimo per la zuppa alla valpellinese.

Cascina La Ghersa ha il Monferrato Bianco Sivoy dal 60% di Cortese, il 30% di Chardonnay e un 10% di Sauvignon, che colpisce per le intense note di pesca gialla, fieno e acacia. Il palato è morbido e rotondo, caldo con forti sentori di frutta e fiori bianchi. In abbinamento alla frittata di ortiche.

Icardi produce l'ottimo Monferrato Bianco Pafoj con il 60% di Sauvignon e il 40 di Chardonnay. Vino elegante dai sentori di agrumi esotici e pesca, con note vegetali e di narciso. Al palato è ricco e concentrato, minerale. Ottimo per la zuppa di gamberoni.

La Giribaldina vinifica il Monferrato Bianco Ferro di Cavallo con il Sauvignon in purezza dal colore paglierino verdolino intenso. Ortica, salvia e pera al naso, molto intenso. In bocca avvolge per morbidezza ed equilibrio. Fresco, per la frittata con i cipollotti.

Pico Maccario usa il 70% di Chardonnay, il 25% di Sauvignon e il 5% di Favorita per il suo Bianco Estrosa al profumo di caprifoglio, clorofilla, mela e foglia di pomodoro. Sapido e fresco, il palato chiude con intense note di frutta bianca. Per il risotto con gamberi e asparagi.

Anche Renato Ratti vinifica il Sauvignon in purezza. I risultati sono erbacei, brillanti, e di frutti bianchi con pera e pesca in evidenza. Acido e beverino si associa molto bene alla mozzarella di bufala campana.

Rovero ha due Sauvignon in purezza, il Villa Drago e il Villa Guani. Il primo è agrumato, con glicine, erba di S.Pietro, pera e maggiorana. Fresco e sapido per la sogliola ai pinoli. Il secondo invece è vanigliato, con intensi e ricchi aromi di albicocca secca, ananas, confettura di agrumi e ginestra. Il palato ha un equilibrio di nocciola tostata e pessca, con finale sapido. Con la quiche al salmone affumicato.

Sarocco invece usa il Riesling in purezza nel suo Bianco. Erba fresca alla mela e alla pesca bianca compongono un naso minerale. Fresco e molto persistente incontra il pesce crudo.




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