Principali rossi Doc della Lombardia

I tesori dell'Oltrepo Pavese

Se è vero che il Piemonte è probabilmente la regione italiana più vicina all'eccellenza per quanto riguarda i vini rossi (dal Barolo alla Barbera, passando per i Dolcetti d'Alba e Dogliani, il Grignolino e tutti gli altri vini originari del Monferrino), è altrettanto vero che essa è circondata da terre non meno ricche e variegate sotto il profilo vinicolo. Tale discorso vale per la Liguria e per la Valle d'Aosta, ma soprattutto per la Lombardia, un'area vinicola che dal punto di vista quantitativo non teme confronti a livello nazionale. Il bagaglio enologico lombardo può contare infatti su un gran numero di specialità, ma tra queste soltanto alcune sono riuscite, nel corso degli anni, ad ottenere l'etichetta DOC o DOCG. Nella seconda categoria rientrano, tra gli altri, i vini prodotti nella Valtellina, una vera e propria oasi dei buoni rossi regionali, mentre la prima ospita altrettante denominazioni. Sia che vi intendiate un minimo di enologia, che siate profani della materia, vi sarà capitato, in un modo o nell'altro, di sentir parlare del vino prodotto nell'Oltrepò pavese, un'area pianeggiante situata nella parte meridionale della regione, al confine con l'Emilia Romagna e la Pianura Padana. Stiamo parlando di una zona ricchissima sotto il profilo enogastronomico, dove vedono la luce alcune tra le specialità più apprezzate di tutta la regione, ed alcuni tra i vini italiani più buoni. Uno di questi è sicuramente l'Oltrepò Pavese rosso Doc, un rosso prodotto in una terra che comprende qualcosa come 42 comuni entro i confini della provincia di Pavia e vanta numerose sottodenominazioni.

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Un vino elegante e puntiforme

uva nera L'Oltrepò Pavese rosso doc è un vino contraddistinto da un colore rosso rubino particolarmente carico e stabile, questo vuol dire che non muta con il procedere dell'invecchiamento. Al naso, questa specialità presenta un profumo intenso, persistente e tipicamente vinoso, mentre in bocca è asciutto, vellutato e caratterizzato da un buon corpo, oltre che da una gradazione alcolica che difficilmente supera i 12 gradi. In fase di uvaggio ci si serve di diversi vitigni: la percentuale più elevata è rappresentata dalle uve Barbera, seguite immediatamente dalla Croatina, un'uva a bacca rossa estremamente comune negli uvaggi dell'Italia settentrionale, e da altre uve locali. Come quasi tutti i rossi più eleganti, anche l'Oltrepò Pavese doc ha una variante classica ed una Riserva, distinte dalla durata dell'invecchiamento. Nel primo caso, questa fase dura minimo due anni e massimo tre, mentre nel secondo caso, questo vino può essere conservato fino a 5 anni. A onor del vero, a dividere le due tipologie ci pensa anche la gradazione alcolica, che quando si parla di Riserva sale di almeno un grado. Per quanto riguarda la temperatura di servizio e gli abbinamenti, questo vino va servito a 16-18 gradi centigradi ed in accompagnamento a primi piatti robusti e corposi, ma anche insieme ad ottimi secondi piatti a base di carne rossa, salumi e formaggi stagionati a pasta dura.


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    Bollicine lombarde: il Lambrusco Mantovano

    Un vino differente, sia sotto il profilo delle caratteristiche organolettiche, che della zona di produzione è il Lambrusco, annoverabile sicuramente tra le specialità italiane più famose, oltre che tra i vini più apprezzati a livello internazionale. Va detto che ci troviamo di fronte ad un vino forse più rappresentativo dell'Emilia Romagna che della Lombardia, ma al contempo non possiamo dimenticare che nella zona che circonda la città di Mantova questo rosso dà il meglio di sé. Il Lambrusco Mantovano doc viene prodotto in due diverse aree della provincia di Mantova: la prima è il Viadanese, compreso tra i fiumi Oglio e Po, la seconda è l'Oltrepo mantovano, un territorio agricolo vicinissimo alla provincia di Modena. E' un vino frizzante rintracciabile anche rosato e contraddistinto da una gradazione alcolica minima di 10,5 gradi. Dà il meglio di sé sui salumi e sulla carne di maiale.


    Principali rossi Doc della Lombardia: San Colombano Rosso Doc

    Tra il Milanese e il Pavese si estende una zona vinicola interessante, che dà luogo in particolare ad una specialità: il San Colombano Doc, un vino rosso prodotto in un'area collinare dominata da San Colombano al Lambro e composta anche da altri piccoli comuni, quali Sant'Angelo Lodigiano, Mirandolo Terme e Inverno Monteleone. Questo rosso presenta una colorazione rossa variabile nell'intensità e caratterizzata da un profumo tipicamente vinoso, arricchito da sentori di mora e marasca. In bocca è asciutto e vellutato ma corposo, decisamente spettacolare nel retrogusto, puntellato da piacevoli sentori di mandorla dolce. Il San Colombano Rosso Doc raggiunge una gradazione alcolica massima di 11 gradi ed è perfetto in abbinamento agli antipasti e ai secondi. Abbiamo già visto che chi si trova di fronte questo vino non ha a che fare con un prodotto d'eccellenza, ma se in questa sede dovessimo consigliarvi un vino capace di introdurvi nelle radici antiche dell'enologia lombarda e nel cuore di tradizioni contadine radiche quanto affascinanti, probabilmente non potremmo indicarvi un vino migliore. La zona che circonda il Lambro è in generale un'area da non perdere per chi vuole toccare con mano il meglio della natura regionale, ed è qui che sorge questo vino poco famoso ma tutto da scoprire.


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