Alcamo

La zona vinicola

Situata nella parte occidentale della Sicilia la zona vinicola corrispondente all'attuale denominazione dell'Alcamo DOC fu iniziata alla viticoltura dai coloni greci che qui si stabilirono almeno sette secoli prima della nascita di Cristo.

Successivamente con i Fenici e i Romani poi, la produzione e il commercio dei vini di Alcamo si svilupperà ulteriormente tanto da rappresentare una delle primarie attività della zona. Con la dominazione saracena il commercio e la produzione subirono una notevole diminuzione per poi riprendere dal 1200 in poi, con la cacciata dei Saraceni dall'isola, e la dominazione di sovrani che non ostacoleranno la produzione del vino.

La produzione maggiore si svolge in provincia di Trapani, dove la geologia presenta altopiani molto dolci, bassi anche se di altitudini diverse, Si caratterizza dall'assenza di corsi d'acqua, rimpiazzati però da un'alta permeabilità dei litotipi, rocce ricche di minerali.

I terreni sono composta prevalentemente da rocce calcaree, marne e argille marnose.

L'orogenesi dell'isola è molto complessa, e risale alla formazione preistorica delle catene montuose e a quella dell'attuale mar Mediterraneo. La natura dei terreni, morbidi e calcarei, con forte presenza di marne, favorisce la crescita e la maturazione delle uve, fornendo qualità negli aromi.

Il clima è molto caldo, tipico dell'isola.

I colori del bianco d'Alcamo

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I vitigni bianchi

Una bottiglia d'Alcamo I vitigni utilizzati nella produzione dei bianchi sotto la denominazione Alcamo sono il Catarratto, il Grillo, il Grecanico, lo Chardonnay, il Sauvignon, il Müller Thurgau e l'Ansonica, altrimenti detto Inzolia.

Il Catarratto è per diffusione la seconda uva in Italia e la prima nell'isola. E si distingue in Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido. Nonostante il secondo sia di qualità superiore, il primo è il più coltivato per le sue alte rese. I vini prodotti hanno buona acidità.

Il Grillo rappresentava in passato, per i suoi vini di corpo pieno, la base essenziale per il Marsala. Oggi ha ceduto il passo alle altre uve e viene utilizzato prevalentemente nel taglio, con vini terrosi e astringenti, dagli aromi citrini che si affinano bene nel tempo.

Il Grecanico, al contrario del Grillo, sta invece conoscendo un'espansione delle superfici vitate, anche se fornisce vini non aromatici, e dai profumi somiglianti al Sauvignon.


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L'Alcamo DOC bianco

La denominazione di origine controllata Alcamo nasce per decreto ministeriale nel 1972 per autorizzare la produzione di vini bianchi e rossi nelle province di Trapani e Palermo nelle tipologie, per quel che riguarda la produzione dei bianchi, Bianco, Bianco spumante, Bianco classico, Bianco vendemmia tardiva, e nelle tipologie monovarietali Ansonica o Inzolia, Grillo, Catarratto, Chardonnay, Grecanico, Müller Thurgau e Sauvignon. Per le tipologie ad esclusione dei monovarietali il Catarratto deve essere presente nel vino per almeno il 60%, escluso il Bianco Classico dove questa percentuale sale al 80%. Per Catarratto si intendono entrambi le varietà, il Bianco Comune e il Bianco Lucido.

Le rese massime sono fissate a 12 tonnellate per ettaro per tutte le tipologie ad eccezione della Vendemmia Tardiva che deve essere prodotta con rese massime di 8 tonnellate.

Per gli spumanti le metodologie da utilizzare sono la rifermentazione in bottiglia e l'autoclave, mentre per la Vendemmia Tardiva le uve devono appassire sulla pianta fino ad almeno il 15 settembre.

I vini sono generalmente giallo paglierino, vinosi e fruttati, con sapori secchi, di buon corpo e leggermente amari. Gli abbinamenti sono molteplici e con la tradizionale cucina siciliana. I bianchi si possono servire con melanzane, asparagi, brodi, ma anche frittate di verdure, calamari, risotti al nero di seppia e altri piatti a base di pesce. L'Alcamo Ansonica si abbina bene con il pesce spada, il tonno e gli spaghetti alle vongole. Per lo Spumante si preferiscono molluschi e dessert, mentre con il Catarratto vanno meglio le seppie ripiene e gli spaghetti con le cozze. Se si servono aragoste e crostacei allora si può scegliere lo Chardonnay, ottimo anche con i risotti, mentre per i pesci al cartocci si abbina il Grecanico. Il Grillo preferisce pesci grassi, come ad esempio il luccio, mentre per le ostriche si consiglia il Müller Thurgau.

Il Vendemmia Tardiva può essere sia dolce che secco e si abbina sia ai dessert, che alla pasticceria cremosa o secca della tradizione siciliana.


Le aziende

Le aziende che vinificano sotto la denominazione Alcamo non sono ancora conosciute a livello nazionale e molte, visto le tendenze della moda di valorizzare più il vitigno che la denominazione, vinificano sotto il marchio IGT.

Tra le molte cantine il Principe di Corleone vinifica il Bianco d'Alcamo dal 50% di Catarratto e il 50% di Inzolia per ottenere un prodotto fine e delicato, con profumi di fiori bianchi e gusto secco e acidulo, da abbinarsi a crostacei e frutti di mare, e per i fine pasto ai formaggi morbidi. È un vino di 13% vol, che può essere comunque usato a tutto pasto, con l'attenzione di servirlo molto freddo.




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