Rosso Barletta
L'area vinicola del Rosso di Barletta è una ristretta zona divisa fra le Alte Murge e il Tavoliere delle Puglie.
Come tutta la regione siamo in presenza di territori di origine carsica, caratterizzati dal calcare e l'argilla, emersi dal mare nel periodo Cretaceo durante la formazione di questa parte dell'Italia.
L’Alta Murgia, più alta, degrada dolcemente verso l'Adriatico e ripidamente verso lo Ionio, ed è caratterizzata dai calcari di Bari, i più antichi della regione, che hanno strati di piccolo spessore (calcari a chiancarelle).
L’acqua nel corso dei millenni ha corroso la roccia calcarea e come è evidente dai lunghi solchi, più o meno profondi, detti “lame” e “gravine” che trasportano l'acqua e la fanno sfociare nel Mar Ionio e nel Mar Adriatico.
Sono rocce modellate dagli eventi che si alternano a terra rossa (e diversi tipi di terreno), grotte e caverne (utilizzate dall’uomo fin dalla preistoria), cavità, puli, pulicchi, voragini, inghiottitoi, sparsi ovunque insieme ai torrenti sotterranei che si intersecano tra loro fino ad arrivare al mare.
Alla millenaria attività delle acque profonde è dovuto quell’inestricabile intrigo di caverne e di grotte, abbellite di stalattiti e stalagmiti, presente nel sottosuolo.
Questo sostituisce la cronica mancanza di corsi d'acqua superficiali nel territorio della Terra di Bari.
Nella parte del Tavoliere delle Puglie il suolo ha sempre caratteristiche di forte presenza calcarea, profondità e drenaggio. Il Basso Tavoliere presenta zone a morfologia pianeggiante e subpianeggiante, con pendenze moderate e quote che non superano i 400 metri. In particolare questa zona vinicola è vicina al mare, quindi in progressivo degradamento di altitudine.
Il clima è temperato con lunghe e secche estati ed inverni miti.
Il vitigno principale utilizzato per la produzione del Rosso di Barletta è l'Uva di Troia, con i secondari Montepulciano, Sangiovese e Malbech.
Il Malbech, o meglio Malbec, è un vitigno di origine francese, un tempo molto popolare nel Bordeaux, oggi utilizzato in Argentina e nel Cahors francese, dove oggi è il più piantato, per la produzione di vini rustici e di buone qualità. Ha perso molte superfici vitate a favore del Merlot, del quale riprende i difetti ma non i pregi. Se coltivato su terreni calcarei poco fertili e rocciosi ad alte altitudini, come quelle del Cahors, da luogo a vini densi di colore e struttura, molto apprezzati.
Essendo molto sensibile a varie malattie, alla colatura, alle gelate e al marciume, viene utilizzato solo nei tagli e con poche superfici piantate.
L'Uva di Troia presuppone un'importazione dalla famosa città distrutta dagli Achei, ma non ci sono fonti storiche a testimonianza di questa ipotesi e la sua origine è misteriosa. La sua presenza in Puglia è comunque molto antica. Ha una buccia spessa e consistente con alte concentrazioni di pruina e colori violetti. Mediamente produttiva ha molta resistenza ai climi caldi, ma la sua produzione è limitata alla sola Puglia.
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La denominazione di origine controllata Rosso Barletta fu istituita per decreto il 1° giugno 1977 per autorizzare la produzione di vini rossi nei territori comunali di Barletta, Andria e Trani in provincia di Bari, e nei comuni di Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia in provincia di Foggia.
Solo per curiosita c'è da dire che il nome di questa denominazione è Rosso Barletta e non Rosso di Barletta, come attesta anche il disciplinare.
Le uve autorizzate sono l'Uva di Troia che deve essere minimo il 70% dell'assemblaggio, a cui possono concorrere alla produzione del vino anche le uve provenienti dai vitigni Montepulciano, Sangiovese e Malbech presenti nei vigneti, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 30%.
La presenza nei vigneti del vitigno Malbech non dovrà essere superiore al 10% del totale delle viti.
Sono autorizzati all'iscrizione all'albo unicamente i vigneti ubicati su terreni di medio impasto o
tendenti allo sciolto, sufficientemente profondi e di buona fertilità, sono da considerarsi esclusi i terreni umidi o salmastri.
Le rese massime sono fissate a 15 tonnellate per ettaro, e le uve devono assicurare un titolo alcolico naturale di almeno 11,50% vol.
Il vino Rosso Barletta ha colore che varia dal rosso rubino granata tende ad assumere riflessi aranciati con l’invecchiamento. Il profumo è vinoso, caratteristico e il sapore asciutto, armonico e di corpo. Ha abbinamenti culinari con l'agnello al cartoccio, l'abbacchio al forno, i formaggi duri, gli antipasti e i primi piatti in genere.
Il vino ha diritto alla menzione
Invecchiato qualora venga affinato per almeno due anni, dei quali uno in botte, a partire dal 1° novembre successivo alla vendemmia.
Per lui gli abbinamenti sono gli stessi.
Le aziende operano ancora nel mercato locale per la commercializzazione del Rosso di Barletta, ed è un po' difficile trovarlo fuori dal suo territorio.
Tra le aziende segnaliamo l'azienda Vinicola Falcone che vinifica il Rosso di Barletta dall'Uva di troia, il Sangiovese e il Montepulciano. Il vino ha colore rosso granato, con riflessi arancioni che si accentuano nell'invecchiamento. Il naso è vinoso ed etereo, con sapore asciutto, pieno e vellutato, con un corpo armonico che accompagna bene la cacciagione, gli arrosti e tutti i piatti tipici pugliesi in generale.
Le Cantine della Bardulia vinificano il Rosso Barletta di un rosso rubino dalle accese sfumature granata. La gamma olfattiva è ampia, con note di caffè tostato e spezie. Il palato ai frutti di bosco è equilibrato.
Ci si puo rivolgere anche alla Cantina Sociale di Barletta, una cooperativa di 500 soci che riesce a lavorare fino a 160.000 tonnellate di uva.
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