Vino rosso veronese
La provincia di Verona è una delle realtà più importanti dell'enologia italiana, con produzioni di alta qualità e anche di grandi quantità, essendo un'area molto estesa a vocazione vinicola. Il Veneto tutto, e con esso quindi anche questa provincia, ha iniziato ad imporsi all'attenzione degli appassionati e degli addetti ai lavori a partire dagli anni Ottanta, quando i viticoltori locali iniziarono a vinificare prodotti sempre migliori, in linea con la tendenza degli ultimi 50 anni, sulla scia del successo ottenuto dall'Amarone, ormai vino di caratura internazionale molto famoso.
A questo si affiancano in tutta la regione e in particolare nella provincia di Verona altri nomi importanti dell'enologia in rosso, che stanno conquistando i mercati.
Tra tutti i vini spiccano il Valpolicella e il Bardolino, due prodotti eccellenti e rinomati, che danno lustro alla provincia e si segnalano non solo in Italia, ma anche nel mondo come vini rinomati da pasto.
Il Valpolicella è oggi tra i vini più conosciuti all'estero e in Italia ha ormai un posto di rilievo nelle produzioni di rossi. Le sue uve vengono allevate in una valle a nord ovest di Verona, in un territorio che va dalla città al lago di Garda, la Valpolicella appunto, nome di derivazione latina con un significato inequivocabile. Valle poli cellae infatti ha il significato di valle dalle molte cantine, in un territorio da sempre dedicato alla produzione di vini.
Il Valpolicella viene vinificato a partire da tre vitigni, oggi molto apprezzati: il Corvina, il Rondinella e il Molinara. Questi vitigni assemblati danno origine ad un vino corposo, di ottimo gusto e fantastici profumi. Il Corvina viene appellato con questo nome grazie al colore scuro corvino degli acini, che nel Molinara sono ricoperti da uno spesso strato ceroso di pruina tanto da apparire come spolverati di farina da un mugnaio, detto in dialetto veneto
molinar' appunto. Il nome del Rondinella deriva invece dalla particolare forma delle foglie, a “coda di una rondine”. A questi tre vitigni si sta aggiungendo anche un'uva autoctona antichissima, oggi riscoperta dopo essere stata quasi dimenticata: l'Oseletta, un'ottima uva dai risultati aromatici e tannici intensi ma dalla resa molto bassa, motivo del suo passato abbandono. Il Valpolicella Classico prodotto con queste uve viene prodotto con al massimo il 70% di Corvina per un grado alcolico di 11% volumetrico. Per il Valpolicella Superiore invece la gradazione deve essere di almeno 12% vol, e il vino deve invecchiare per almeno un anno prima della commercializzazione.
I vini del Valpolicella hanno un bel colore rubino. Al naso si fanno fruttati, in particolare di ciliegia, con note speziate alla liquirizia. Al palato risulta mediamente strutturato, con un corpo leggero e i gusti che richiamano i profumi del naso. La chiusura è lunga e il gusto asciutto. Le qualità organolettiche si esaltano con i piatti di carne e la pasta, specie elaborata, o con i risotti. Meglio berlo con tre anni di invecchiamento. Molto famosa è la tipologia
Ripasso, soprattutto all'estero, che consiste in un passaggio (ripasso) su vinacce derivanti dalla lavorazione dell'Amarone, che fornisce un gusto ancora più spiccato.
Particolarita per questo vino è la strada dei vini da fare per le degustazioni in loco, che vede molte aziende occupare molte famose ville palladiane venete o addirittura antichi monasteri, per una gita turistica anche all'insegna dell'arte.
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Il Bardolino è un vino il cui nome si deve all'omonimo paese della provincia di Verona, che si stende sulla riva sud-orientale del lago di Garda, vicino alla zona della Valpolicella. Con questa infatti condivide le stesse uve classiche, il Corvina, il Molinara e il Rondinella, ma non la geologia del suolo, che vede qui terreni diversi dislocati su dolci colline di origine morenica.
Proprio la posizione sul lago garantisce alle uve un apporto, un'influenza ed un'esposizione ottimali, e in particolare una sua identità diversa dal Valpolicella.
Il vino del Bardolino ha un colore rubino ma più chiaro rispetto al suo vicino, cerasuolo, che nell'invecchiamento si fa granata. La gamma olfattiva è vinosa e floreale, con profumi alla violetta e al mosto, toccati dai frutti rossi di bosco. Al palato risulta asciutto e morbido, con un corpo lieve e un buon equilibrio acido-sapido. A volte frizzante, possiede un buon retrogusto amarognolo.
Gli abbinamenti possibili sono moltissimi, dagli antipasti magri alle minestre, dalla frittura di pesce alla carne bianca. Perfetto con la cucina locale. Nella versione Superiore il vino raggiunge i 12% vol, con invecchiamento di almeno un anno. Il vino qui si fa più strutturato e cambia leggermente anche gli abbinamenti. È infatti ottimo con il bollito veronese, l'arrosto o il brasati. Bene anche con formaggi e salumi stagionati.
Prodotto anche nella tipologia Bardolino Chiaretto, che ha un bel colore rosato, grazie ad una vinificazione in parte realizzata in bianco, dove si limita al minimo indispensabile il contatto del mosto con le bucce.
Il vino di un bel rosa brillante ha un naso fragrante alla frutta matura, fondi floreali con tocchi erbacei e di nocciola.
Al palato è sapido, lievemente amarognolo, con 10,5% vol di gradazione alcolica.
Perfetto per i salumi e la mozzarella, si abbina bene anche alle minestre e ai risotti, oppure agli gnocchi o al pesce del lago. Provatelo anche con la pizza.
Il Bardolino viene vinificato anche Novello, dal 1987 come DOC, grazie alla fermentazione carbonica che conferisce un naso profondo e vinoso, alla fragola, con lampone e marasca a cui si aggiunge l'uva matura. Palato asciutto e sapido, porta con se una leggera acidità.
Ancora con i salumi, le zuppe e la frittura di pesce. Un abbinamento tradizionale è con le castagne arrosto.
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Basta dare un’occhiata da una mappa enologica ben aggiornata per farsi un’idea della ricchezza del patrimonio vinicolo c
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