Canaiolo
Il Canaiolo è un vitigno a bacca rossa autoctono della Toscana, che fu molto importante in passato per rendere famosa la regione nel mondo, tanto che fino a tre secoli fa era più coltivato dello stesso Sangiovese, e ancora oggi è il vitigno utilizzato per ammorbidire i Chianti; nel Settecento era addirittura più popolare del Sangiovese. Oggi è coltivato in tutto il centro Italia con i sinonimi di Caccione Nero, Uva dei cani, Uva merla e Tindiloro. Ma il suo territorio è certamente la Toscana per cui si hanno le prime testimonianze storiche che parlano dell'uva canaiola, termine che ha dato luogo a due diverse teorie nel XIV secolo; una vuole il termine derivare dalla canicola d'agosto e al suo periodo di maturazione, l'altra per il gusto amarognolo che ricorda la rosa canina per via del sapore amarognolo. Il primo a menzionare il vitigno fu il De Crescenzi, che ne parla intorno al 1300 precisando anch'egli il termine latino
dies caniculares, cosa che fa presupporre che il vitigno fosse conosciuto già dai Romani anche se nessun cronista dell'epoca lo ha mai citato direttamente.
Il vitigno si presenta con grappoli di medie dimensioni, mediamente a spargolo e di forma piramidale, alati. Le bacche sono sempre di dimensioni medie, sferici, con bucce spesse e ben ricoperte di pruina, con colori blu tendente al viola. È poco vigoroso e produttivo, e questo chiaramente ne limita l'utilizzo al solo taglio. Viene coltivato anche nelle Marche, in Umbria, in Liguria e nel Lazio. Ha anche problemi per quel che riguarda gli innesti, e difficoltà a maturare negli autunni freddi.
Come detto il Canaiolo viene vinificato per gli assemblaggi, nel Chianti ma anche nel DOC Carmignano, nel Colli dell'Etruria Centrale, nel Morellino di Scansano, nel Colline Lucchesi, nel Montecarlo, nel Rosso e nel Nobile di Montepulciano, nel San Gimignano e Barco Reale, mentre in purezza viene utilizzato raramente.
Viene utilizzato nelle altre regioni anche nel Colli di Luni DOC in Liguria, nel Colli Etruschi Viterbesi nel Lazio e nel Cortona, nel Lago di Corbara, nel Pomino, nell'Orvieto Rosso e nel Torgiano.
Nei vini apporta soprattutto morbidezza, specie nei Chianti giovani generalmente acidi e molto secchi. In purezza riesce a produrre vini gradevoli, leggermente fruttati e poco floreali negli autunni caldi. Trova le migliori vinificazioni in purezza in Valdarno dove i vini risultano profumati in gioventù, con sentori erbacei, fruttati e a volte floreali, specie se affinati in legno, pratica non molto utilizzata per via della già molto presente morbidezza naturale. Nelle vinificazioni invecchiate il vino prende aromi di vaniglia, con speziature diffuse e catrame.
I vini giovani trovano abbinamenti a tutto pasto, molto semplici, sia con primi al pomodoro che con antipasti affettati misti ma freschi. Può accompagnare anche i formaggi non stagionati, mentre nei prodotti invecchiati si evolve per le carni grigliate o i formaggi saporiti a pasta media. La temperatura di servizio ideale di aggira intorno ai 15°C.
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In una delle sue rare vinificazioni in purezza il Canaiolo fornisce un ottimo vino di alta qualità nel IGT Poggio l'Aiuole di Castello di Modanella, con un bel colore rubino brillante e un naso colmo di profumi floreali e fruttati alla ciliegia e al sottobosco. Il palato è ben fresco, con richiami fruttati chiusi da una lunga persistenza ammandorlata. Ottimo con i ravioli al sugo di carne.
Il Canaiolo è al 10 per cento parte dell'assemblaggio del grande Chianti Classico il Poggio Riserva di castello Monsanto, un vino nobile con eleganti profumi di peonia, macchia mediterranea, muschio, agrumi e lamponi, con ottima chiusura balsamica e minerale. Il palato risulta eccezionale come il naso, con splendidi equilibri che lo fanno un vino da meditazione.
Con il 15 per cento invece fa parte del buonissimo Chianti Terre di Corzano, un gran vino dal rubino trasparente con penetranti aromi di lampone e more selvatiche sfumate dal rabarbaro e dalla maggiorana. Palato vivace e sapido, con tocchi balsamici e chiusura lunga per le bistecche di maiale al finocchio.
Nell'IGT Terrine di Castello della Paneretta partecipa al 50 per cento con il Sangiovese in un ottimo vino dal rubino brillante, pieno di lamponi, viole, tabacco di sigaro e cuoio. Il palato è fresco e sapido, con una lunga persistenza affumicata, da provare con la coda alla vaccinara.
Piccola presenza, al 10 per cento, nel Vino Nobile di Montepulciano di Capoverso, un vino ricco di aromi di humus e fiori appassiti. La base è composta da ciliege e prugne secche poggiate su tocchi balsamici e un fondo di tabacco. Il palato è ben strutturato, solido e fresco, ottimo per la tagliata di manzo.
Bella presenza, al 20 per cento, con il 70 per cento di Sangiovese e il 10 di Cabernet Sauvignon, nello splendido Carmignano Le Vigne Alte di Montalbiolo Riserva, con profondi profumi di ciliegia, cuoio, cioccolata al latte e corteccia di cedro. La bocca è ben elegante, levigato con una bella chiusura speziata. Ottimo con la lepre.
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