Uva Fogarina
La Fogarina è una varietà rossa autoctona dell'Emilia, precisamente del Reggiano, oggi quasi dimenticata ma che fino ai primi del novecento era coltivata assai intensivamente con alcune aree che arrivavano a coprire quasi l'80 per cento della superficie totale coltivata. È stata un'uva importantissima quindi che però a segnato il passo nel corso del secolo scorso quando nel riordino legislativo seguito all'istituzione delle denominazioni di origine fu esclusa dall'albo nazionale dei vigneti probabilmente in quanto vitigno particolare appartenente alla famiglia della Vitis Lambrusca. La condizione di questa vite è abbastanza particolare in quanto a seconda di molti esperti tra cui Luigi Veronelli, la Fogarina è in grado di fornire vini strutturati e di colore con profumi intensi e sapori decisamente nobili al pari dei supertuscans. Con il nuovo millennio i coltivatori locali hanno tentato un rilancio del vitigno e del vino da Fogarina grazie al Lambrusco, che dalle prove del DNA è risultato certamente la sua famiglia si appartenenza. La Regione ma soprattutto la Camera di Commercio di Reggio Emilia hanno avviato così una sperimentazione per riuscire a far riconoscere il vitigno nell'albo nazionale e chiedere quindi l'approvazione del Lambrusco Fogarina DOC, che riporterebbe questa splendida uva tra le migliori d'Italia. Il progetto, partito nel 2004, e della durata di 4 anni, sembra aver subito dei ritardi e dell'istituzione del DOC si sono perse le traccie. Intanto viene prodotto il Fogarina di Gualtieri, zona ad alta concentrazione di viti piantate, ma senza protezione legislativa alcuna a difesa si questo vitigno.
La Fogarina è un vitigno vigoroso e molto resistente a tutte le malattie, con una maturazione talmente tardiva che veniva raccolto a fine ottobre se non ai primi di novembre. Nonostante la sua maturazione molto tardiva, mantiene un'acidità molto sostenuta, tanto che si deve cercare di attenuarla. In purezza potrebbe fornire ottimi risultati anche in longevità, ma per il momento viene utilizzato quasi esclusivamente nel taglio dei prodotti minori, in attesa che il Ministero faccia la sua parte.
Ai primi del novecento erano addirittura 60 mila gli ettolitri di vino prodotti ogni anno dalla Fogarina, con i vitigni piantati specialmente nelle golene. Era senza dubbio la varietà più coltivata della provincia di Reggio Emilia e in particolare nei comuni di Gualtieri, Brescello e Boretto dove raggiungeva l'80 per cento delle superfici vitate. Il nome Fogarina ha origini incerte ma sembra che tra le varie leggende due siano particolarmente serie per essere prese in considerazione. La prima indica la capacità di quest'uva di “dare fuoco”, accendere e contribuire in modo decisivo nei tagli con altri vini, mentre l'altra riguarda un suo presunto arrivo nel Reggiano durante una piena del Po che trascino piante e semi che crebbero in un boschetto della zona detto appunto Folgarin. Ma anche Virgilio sembra che ne abbia parlato in un suo scritto. Insomma un bel rompicapo per un ottimo vitigno da uva ripudiato un po troppo in fretta. Fatto sta che ai primi del novecento il vitigno si era diffuso anche nelle province limitrofe, in particolare a Mantova e a Modena. Molto lo ritenevano il Focarino descritto in alcuni testi medioevali e conosciuto nell'area come un vino molto venduto nel cinquecento. Questo avvalorerebbe l'autoctonia del vitigno e la tesi secondo cui già ai tempi di Virgilio la Fogarina era presente come Vitis Lambrusca nel Reggiano. La documentazione storica comunque ne accerta sicuramente la presenza ai primi dell'ottocento, grazie ai registri della cantina Domenico Rossi. Fino agli anni settanta del novecento comunque le superfici vitate di Folgarina nel Reggiano rimasero predominanti in alcuni comuni, gli stessi che oggi vogliono giustamente rilanciare la varietà, forti di dettagliate analisi ampelografiche redatte già a partire dai primi del novecento da numerosi esperti del settore. Il progetto ha avuto la sua prima fase iniziale nel 2000 e 2001 con l'individuazione delle piante madre da cui allevare i cloni migliori da innestare. L'area interessata è stata naturalmente quella di Gualtieri che si è occupata anche dei test di micro-vinificazione. Tutto è praticamente pronto per avviare a livello industriale la produzione del ritornato vitigno Fogarina tra i grandi del centro Italia.
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Il Fogarina gia in passato era stato descritto come un ottimo vino strutturato e profondo, ricco in alcol, con circa 14 gradi e di aromi, con lampone e ribes in primo piano. Le nuove micro-vinificazioni effettuate negli anni 2000 hanno confermato queste caratteristiche nel vino.
Il colore varia dal rubino al violetto intenso, con brillanti sfumature violacee. Al naso il vino esprime intense sensazioni floreali e speziate, seguite da profondi aromi di ribes e ciliegia rifinite da toni caramellati e qualche aroma vegetale come i peperoni ed erbaceo. Il palato risulta ricco, mediamente strutturato con una persistenza discreta fino ai sette secondi. Media anche l'acidità e l'astringenza, con la prima che deve essere certamente modulata a seconda del tipo di vino che si vuole ottenere. Un vino atteso quindi, nella speranza che possa un giorno divenire un DOC.
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La Fogarina si caratterizza per essere una varietà rossa autoctona dell'Emila-Romagna: in particolar modo, ha origine ne
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